È entrata oggi una ragazza, verso le 18:30. Avrà avuto poco più di vent’anni. Felpa lunga, sguardo abbassato, occhiaie non da insonnia ma da pensieri. Camminava come si cammina in un sogno: piano, in silenzio, come se sperasse che nessuno… Continua a leggere →
Metti che sei stanco morto, è lunedì, fuori già 25 gradi alle sei e un forno che sembra l’Etna, e ti entra un tipo con lo zaino in spalla e l’occhio da “sono in vacanza e ho dormito 9 ore”…. Continua a leggere →
Oggi è già caldo alle cinque. Quel caldo appiccicoso di luglio che ti si infila sotto il grembiule e ti accompagna per tutta la giornata. Stavo finendo di sistemare i filoni appena usciti quando è entrato un signore mai visto…. Continua a leggere →
Succede più spesso di quanto si pensi: genitori che portano il figlio per il primo paio di occhiali. Di solito si dividono in due categorie: quelli che hanno già deciso tutto (“Vogliamo la montatura blu, rotonda, flessibile, senza viti e… Continua a leggere →
Giuro, se oggi un altro cliente mi chiede “Ce l’ha una carta che sia elegante, ma anche allegra, non troppo vistosa ma neanche spenta, sobria però con personalità?”, io mollo tutto e mi trasferisco a vendere cocchi in Sri Lanka…. Continua a leggere →
Premessa: non sono uno di quelli fissati, eh e non è proprio da “commesso” Vado in palestra per non schiattare quando salgo le scale, fine. Però c’è sto tipo, uno grosso davvero, che chiamano “L’Alano”, non so se per la… Continua a leggere →
Io ho un kebabbaro in centro da quasi dieci anni, locale piccolo ma bomba, tutta roba fresca, pane fatto da me, salse fatte in casa. Ormai ho clienti fissi che se non li vedo per due giorni penso che stanno… Continua a leggere →
Sono la classica zia single che da vent’anni lavora all’asilo. O almeno io mi definisco così. Sì, una di quelle che i bambini chiamano “maestra Marta” anche se ho quarantatré anni suonati, un mutuo sulle spalle e una Smart che… Continua a leggere →
Hai presente quando la mascotte sviene e il bambino la rianima con una Fanta? Oggi giornata assurda al parco. Io ero al tiro a segno, quello con i fucili finti e i peluche che sembrano implorare di essere vinti per… Continua a leggere →
Ospedale, reparto medicina generale. Turno del mattino, entrata alle 7. Alle 7:03 mi avevano già chiamata tre campanelli. Un paziente che voleva sapere l’ora esatta “senza fidarsi del telefono”, una che chiedeva se poteva farsi lo shampoo e un altro… Continua a leggere →
© 2025 Commesso Perplesso — Powered by WordPress
Tema di Anders Noren — Torna su ↑