Il negozio di abbigliamento per uomo in cui lavoro, chiude alle 19:30.
Sabato sera, alle 19:29, si fionda in negozio una signora, tutta trafelata perché le serve assolutamente una maglia per sul figlio 13enne che il giorno dopo fa la cresima e non ha nulla da mettersi. Dalla descrizione del pargolo servirebbe una XXS, mentre le taglie della nostra maglieria partono dalla S. Guarda di tutto ma naturalmente sono tutte troppo grandi. Si offende quando provo ad accennarle che in un negozio da bambino troverebbe più facilmente la taglia per il figliolo.
Alla fine ne sceglie una quasi a caso, paga e poi sulla porta si gira e candidamente mi chiede se può, in caso non fosse di gradimento, fare un cambio. La mia risposta è positiva naturalmente, conservando lo scontrino e non togliendo l’etichetta con il barcode ha un mese di tempo.
La signora torna indietro, furente, mi chiede come posso chiederle di non staccare l’etichetta! Suo figlio la deve usare per la cresima! Dopo la cerimonia avrebbe fatto un cambio con qualcosa per il marito.
Le rispondo gentilmente, con un sorriso di plastica, che non è possibile restituire un capo usato.
Giunta a più miti consigli, mi dice che l’avrebbe fatta provare al ragazzo e nel caso sarebbe venuta la domenica mattina a cambiarla. Peccato che la cerimonia fosse alle 9 e lei ci ha detto che sarebbe venuta per le 8:30.
Ho chiuso la porta a doppia mandata, dimenticandomi di dirle che la domenica mattina il negozio è chiuso…
P.S.: Non l’abbiamo mai vista tornare.
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