Entrano nel mio laboratorio informatico. Harry Styles di sottofondo, con la sua Sign Of The Times.
Lei con una mise striminzita, maglia aderente tipo seconda pelle, forme generose, pantaloncino di jeans esageratamente stretto, mi allunga il suo smartphone, lo schermo devastato come solo una quindicenne è in grado di fare.
Retro del telefono letteralmente inesistente, schermo totalmente incrinato.
L’apparecchio non è più in grado di rispondere al tocco delle dita.
La accompagna il padre, impettito con un abito formale. Camicia, giacca e cravatta d’ordinanza. Uomo certo dalle condizioni certe.
Lui mi chiede, con tono fermo e severo: “Cosa si può fare?”
È necessaria la sostituzione dello schermo. “Resta un ottimo apparecchio. Sostituendo il display ripristiniamo la sua naturale funzionalità salvaguardando i dati e il contenuto. Avete un backup dei dati? Sul computer o sul cloud?”
Ascoltando la mia ultima domanda il viso della ragazza appare terrorizzato, una maschera di sgomento.
Ma la mia domanda è effimera, pochi esseri viventi su questo globo risultano tanto previdenti.
“Mai fatto, non serve…”, la risposta dell’uomo sicuro di sé. “Quanto costerebbe ripararlo?”
Controllo il listino e sentenzio. “Centosettantanove euro”.
“Ah, troppi, non sono disposto a spendere più di cento euro per un telefono rotto. Lo compro nuovo”.
Faccio presente che, in assenza di una copia dei dati, da un telefono con lo schermo danneggiato è impossibile trasferire le informazioni in un nuovo dispositivo.
“Troppi lo stesso. Ho le mie conoscenze. Se TU non riesci non significa che non si possa fare. Ho le mie conoscenze. Lo compro nuovo con quella cifra!”
Il viso della giovane è segnato dalla disperazione.
I dialoghi su whatsapp, i selfie in bagno con il c\/lo sporgente, le foto al mare con il costume figo, le immagini con le amiche, le sbronze estive. Si rischiava di perdere tutto.
L’amico tecnico è sempre il peggior nemico dei tecnici informatici professionisti ma, al contempo, il miglior alleato.
Ore 18.30, pochi minuti alla chiusura.
Il telefono trilla: “Buonasera. Sono il padre della figlia con il telefono devastato. C’è un problema, nel tentare di copiare il telefono ora risulta defunto, me lo puoi riparare e recuperare i dati per domani? Mia figlia è disperata, non voglio più sentirla lagnare. È uguale alla madre!”
“Me lo porti, probabilmente dovrò tentare un recupero dati da smartphone danneggiato. Sono 650 euro…”
Non vorrei sbagliarmi, avete udito anche vuoi quel suono sordo simile ad una caduta da svenimento nella cornetta?
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