Cinema, Inghilterra. Premessa per questa storia: la nostra programmazione è settimanale.
Ecco come funziona: il programma dei film va, per esempio, da venerdì 1 a giovedì 7. Lunedì 4, sempre verso le 16:00/17:00, riceviamo gli aggiornamenti che andranno da venerdì 8 a giovedì 14 e così via, è sempre stato così.
Ora, la storia: è lunedì mattina, sono già al lavoro.
La General Manager è presente, arriva verso il chiosco e mi sta facendo una domanda, quando la porta, chiusa a chiave, viene presa d’assalto da una donna che la scuote furiosamente.
Preme la faccia sul vetro, diventando una maschera grottesca e deforme, ci fissa e continua a sbatacchiare la porta.
Gli orari sono affissi e ben visibili, io ormai scuoto la testa e punto il dito sugli orari.
Purtroppo quella donna la conosco e, purtroppo, la General Manager va verso la porta. Il mio “No!” disperato avrebbe dovuto farle capire qualcosa, invece lei apre la porta e le dice gentilmente che non siamo ancora aperti.
Io mi metto l’anima in pace per quello che sarebbe successo:
Ma non è possibile! Io sono uscita di casa apposta! E ora che faccio? Mi devo rifare tutta la strada per casa e poi tornare?
Oh, in questo caso sono sicura che Antonella farà un’eccezione per lei, non è vero?
Mi guarda, la guardo. Io so cose che lei non sa, questa storia non finirà come immagina, sospiro.
Certo, che cosa posso fare per lei?
Voglio due biglietti per Sabato prossimo. Non questo Sabato, il prossimo.
Mi spiace, non posso ancora prendere prenotazioni per sabato prossimo. Avremo i nuovi orari oggi pomeriggio tra le 16:00 e le 17:00.
Ma questa è una vergogna! Ogni settimana è la stessa storia!
E già, lo è… Ogni settimana.
Sì, perché riceviamo sempre gli aggiornamenti lunedì pomeriggio.
Ecco, adesso io sono uscita di casa apposta! E ora? Devo rifare tutta la strada un’altra volta? È assurdo!
Eh sì, è assurdo, come ogni volta.
Vi risparmio il resto della lagna. Alla fine si arrende.
Ma non c’è mai fine al peggio, no? Perché la mia GM parla di nuovo, prima che possa farle gesto di lasciar perdere.
Le posso offrire un caffè? Sa, per scusarci del fatto che deve rifare la strada per casa e tornare più tardi.
Mentalmente urlo neanche come un lupo mannaro saprebbe fare. Urlo di disperazione e frustrazione per questa riverenza forzata per certa gente. Gesti cortesi fatti a chi non li merita, per quest’assurda concezione del fatto di doversi inchinare davanti ai clienti, sempre e comunque. E poi, io so cose che lei non sa.
No, va bene così, il caffè lo prendo a casa, vivo dietro l’angolo.
E se ne va.
La faccia della mia manager è stata superba! Un misto tra sorpresa e “Mi stai prendendo per il c*lo?”
Si gira verso di me e mi guarda, ancora con la bocca aperta.
Tornerà. Lunedì prossimo, di mattina, come al solito, a scuotere la porta, per cercare di farsi aprire e per cercare di comprare biglietti mai disponibili.
Certe volte mi domando quanto debba essere miserabile e triste la sua vita, per voler fare questo ogni settimana, giusto per avere il gusto di lamentarsi.