Lavorare in un negozio di ottica ti fa capire una cosa: la gente odia accettare di aver bisogno degli occhiali.

Un giorno entra un tizio sulla quarantina, passo sicuro, occhiali appesi al colletto della maglietta come accessorio fashion. Si avvicina al bancone e dice:

“Vorrei farmi dare un’occhiata alla vista, ma tanto ci vedo benissimo.”

Sorrido. “Va bene, facciamo un test veloce.”

Lo faccio sedere, gli metto davanti il tabellone con le lettere e gli chiedo di leggere la riga più in basso che riesce a vedere.

Lui strizza gli occhi. Si concentra. Si sporge in avanti.

“…Ehm… B… X… M… o forse N?”

“Signore, quella è una riga di numeri.”

“Ah.” Pausa. “Allora provo un’altra riga.”

Proviamo un’altra riga. Stessa scena. Lui indovina qualche lettera a caso, poi si arrende.

“Ok, forse ho un po’ di stanchezza oggi.”

Gli metto davanti una lente con una correzione lieve.

“Provi ora.”