Era uno di quei clienti che arrivano già arrabbiati con il mondo, ma decidono che tu sei il destinatario ufficiale del loro sfogo.
Prenotazione fatta online.
Noleggio base, nessuna assicurazione extra.
Classico.
Appena sente che il deposito cauzionale si trattiene dalla carta per qualche giorno, sbotta.
“E questa sarebbe trasparenza?
Dovreste scriverlo in grande, non nei dettagli!
È truffa, eh!
Io lavoro nel commerciale, so come funzionano queste cose.”
Non alza la voce, la spara indietro, come uno che sa dove colpire per farti sentire in difetto anche se non hai fatto nulla.
Accusa, ride da solo delle sue battute passive-aggressive, guarda intorno cercando approvazione da altri clienti in fila.
Io respiro.
Sorrido.
E gli rispiego tutto, punto per punto, come se fosse la prima volta.
Lui sbuffa.
“Ma siete tutti così poco flessibili?
Io ho prenotato la mia macchina.
Non è che potete trattenere altri soldi così, a caso.”
Gli mostro il contratto.
Le condizioni scritte.
La pagina del sito.
Tutto lì, nero su bianco.
Nessuna sorpresa. Solo fastidio mal indirizzato.
Alla fine, chiude con la classica:
“Eh, però con me avete perso un cliente.”
E lì rispondo.
Senza alzare il tono.
Senza togliere il sorriso.
“Mi dispiace.
Ma le garantisco che, se cambia idea, la accoglieremo comunque con lo stesso rispetto.
Anche dopo un noleggio difficile.”
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