Lavoro in un campeggo.
Arriva una famiglia, macchina carica all’inverosimile, occhi ancora pieni di sonno.
Solo un piccolo dettaglio: una nuvola nera minacciosa presente dalla mattina.
Si piazzano, iniziano a tirare fuori tenda, pali, materassini, tutto insieme.
Corrono da una parte all’altra come se stessero gareggiando contro un cronometro invisibile.
In effetti… stavano davvero gareggiando contro qualcosa: la pioggia.
Il papà pianta i picchetti storti, la mamma tiene il telo con le mani, i bambini fanno da contrappeso umano.
Io li guardavo da lontano, pronto ad aiutare se serviva, ma era chiaro che quella era una missione di famiglia, senza intrusioni.
La prima goccia cade mentre stavano ancora fissando la base.
La seconda quando il telo era ancora a metà.
Poi, il diluvio.
Totale.
La tenda?
Una barchetta mezza aperta in un lago improvvisato.
Corrono sotto l’auto ridendo come matti, fradici, ma con una voglia di non arrendersi che me la ricorderò a lungo.
Commenti recenti