Lavoro in un supermercato di medie dimensioni.
Di solito lavoro in salumeria e il bancone, di questi tempi, mi da una certa sicurezza per via della distanza dai clienti.
A volte però mi capita di lavorare anche in cassa.
Pochi giorni fa ero proprio in cassa e ogni volta, anche se ho mascherina e guanti, ho un po’ d’ansia.
È il turno di una ragazza che chiacchiera con un’altra che fa la fila a debita distanza dietro di lei. La prima senza guanti né mascherina racconta che è molto annoiata, non ce la fa più a stare chiusa in casa e si annoia terribilmente.
Fin qui tutto ok, finché non se ne esce con “Invidio quelli che possono lavorare”.
La ragazza che fa la fila dietro di lei mi guarda con compassione. Io ricambio lo sguardo e le sorrido.
Allora si rivolge alla povera annoiata e le dice: “Credo che la ragazza qui in cassa farebbe volentieri cambio.”
Si scambiano le ultime battute e quando l’annoiata se ne va mi dice: “Mi dispiace che dobbiate sopportare anche tutto questo. Faccio l’infermiera e so bene cosa stai passando. In bocca al lupo.”
Quelle parole mi hanno confortata. È difficile non dire niente e continuare a sorridere quando si sentono certe cose. Purtroppo molti non sanno cosa stiamo passando, della paura di essere contagiati e di portare il virus in casa, dai tuoi bambini. O non poter andare dai tuoi genitori, ormai anziani e magari con patologie, perché se si ammalassero potrebbe essere colpa tua e del lavoro che fai.
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