Voglio raccontarvi cosa mi è successo anni fa quando lavoravo in una nota catena di supermercati che c’è in tutto il mondo, anche in Svizzera (dove vivo).
Sabato, orario d’entrata dei dipendenti ore 5:00 per l’allestimento del negozio; ore 7:30 apertura al pubblico coi vecchietti in fila coi carrelli fuori davanti alla porta già dalle 6 a chiedere quando apriamo… Vi lascio immaginare come ero felice, davvero felice come se avessi un gatto nero attaccato ai cosiddetti.
Neanche un quarto d’ora alla postazione del pane e sento la prima lamentela dell’anziana cliente fissa:
“Ma ‘sti cornetti sono veramente brutti!”
Toccandoli a mani nude uno per uno:
“Signora, o usa i guanti o la costringerò a pagarli chiamando il gerente.”
Lei prende e va a lamentarsi; il mio gerente viene ad affacciarsi con la signora e io spiego: lui, delicato come l’acido muriatico, prende i cornetti incriminati, li porta in cassa, glieli fa pagare e la invita a non presentarsi più.
La giornata è ancora lunga, ed è pure sabato.
Finisco di cuocere e rifornire il bancone e mi precipito a fare altro; nel frattempo si presenta una coppia:
“Scusa ma perché non vi muovete a rifornire il frigo?! Abbiamo fretta, cerco questo!”
Indicandomi sul volantino un prodotto in offerta, che però sarebbe arrivato solo il lunedì:
“Mi scusi, lei sa fare il mio lavoro? Deduco di no, visto com’è vestito.”
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