“QUALCHE GIORNO FA HO COMPRATO UNA BORSA DA VOI. NON È POSSIBILE: CON TUTTO QUELLO CHE COSTA È GIÀ ROVINATA! SONO ARRABBIATISSIMA!!!”.
“SIGNORA, MI DISPIACE. CHE TIPO DI PROBLEMA HA AVUTO? SI SONO TIRATI DEI FILI? C’È UNA BRUTTA CUCITURA?”.
“MA COSA DICE?!? È ROVINATA. TUTTA GRAFFIATA. SIETE INDECENTI!”.
“GUARDI, FACCIAMO UNA COSA: APPENA RIESCE ME LA PORTI QUI. NON RIESCO A CAPIRE IL PROBLEMA, ESSENDO TUTTE BORSE IN TESSUTO NON CAPISCO COME POSSA ESSERE GRAFFIATA… COSÌ LA VEDO E CERCHIAMO DI RISOLVERE IL PROBLEMA IN QUALCHE MODO.”.
TORNA IL POMERIGGIO, NEGOZIO PIENO.
IO CHE CERCO DI DIVIDERMI TRA UN CLIENTE E L’ALTRO. LEI DAVANTI A TUTTI MI LANCIA ADDOSSO UNA BORSA IN SILICONE E URLA: “E ADESSO COME LA METTIAMO? GUARDI CHE SCHIFO!”.
LE CLIENTI IN NEGOZIO LA GUARDANO E COMINCIANO A RIDACCHIARE.
LA GUARDO.
GUARDO LA BORSA.
GUARDO LE ALTRE CLIENTI.
GUARDANO LEI.
LEI GUARDA ME.
“SIGNORA… IO DAVVERO NON SO COME DIRGLIELO MA QUESTO È UN NEGOZIO XXX, LA SUA BORSA È DEL NEGOZIO XYZ…”.
LEI, COMPLETAMENTE IMPASSIBILE, SENZA UN “MI SCUSI” O “ODDIO CHE FIGURA DIMMÈ” ESORDISCE CON:
“VABBÈ, SEMPRE BORSE SONO. GIÀ CHE C’È PUÒ ANCHE DARSI DA FARE PER AIUTARMI!”.
POI? SCOPA IN C**, COSÌ MENTRE CAMMINO TI RAMAZZO LA STANZA?!?
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