Bar, periodo covid, ore 8.30 di un lunedì mattina, massima affluenza.
Il locale ha una capienza di 3 persone al massimo, escluso il barista.
C’è una bella fila all’esterno, ma non posso cacciare i clienti che stanno consumando la propria colazione.
Entra lui, il genio, al telefono.

“Buongiorno, prego.”
“…”
Va be’, forse non ha sentito. Ci sta.
“Buongiorno, mi dica. Cosa le occorre?”
“…”
Continua a parlare al telefono, ignorandomi. Aspetto un minuto e riprendo:
“Buongiorno. Le faccio un caffè?”
“E ho capito e che c***o, è la terza volta che mi saluti. Ma non vedi che sto al telefono? Mi hai proprio rotto le p***e!!!”
“Allora finisca la sua chiamata e poi entri nel locale. La capienza è di 3 persone al massimo. Comunque cerchi di utilizzare un linguaggio consono.”
“E quindi, che me ne fo**e degli altri? Aspettano, come io ho fatto la fila e ho aspettato gli altri che consumavano. Ma comunque che modo è di rispondere? Sei proprio maleducata, voglio parlare col titolare. Sceglie proprio delle cogl**ne come bariste.”
Il mio capo era fuori a sistemare dei tavolini, ma aveva assistito a tutta la scena.