Carissimi clienti, quando venite a fare al supermercato, tutti allegri e sorridenti (ma quando mai?) vi chiedete mai l’inferno che noi povere cassiere affrontiamo quotidianamente?
No? Vi aiuto con un breve (o forse no) riassuntino.
La giornata lavorativa tipo di una cassiera inizia intorno alle 7 di mattina quando, con immenso ottimismo, apre la cassa sperando che almeno per un giorno non arrivino clienti di m***a fino alla fine del suo turno, o almeno per la prima ora.
Il primo cliente arriva, sorridente e di buon umore “buongiorno”, “grazie arrivederci e buona giornata signorina” e allora tu ci credi veramente che sia la volta buona, oggi andrà tutto bene!
Poi però arriva il secondo cliente, in una mano tiene un sacchetto di pane da circa 0,60€, nell’altra una banconota da 50€, 100€ o, se vogliono essere proprio stronzi, 500€ (si, mi è capitato). Tu spieghi gentilmente che hai aperto la cassa da nemmeno 5 minuti e che il resto per tutti quei soldi non lo hai, ma loro non frega niente, anche se hanno moneta, loro devono cambiare quei soldi, poco cambia se tu hai il resto o no.
“Fatteli cambiare dalla tua collega, chiamala.”
Anche quando è evidente che sei in turno sola e nel reparto casse ci siate solo tu ed il primo rompico*””i della giornata con 100€ in mano alle 7.05 del mattino.
E lì lo capisci, sarà un’altra giornata di merda.
La giornata prosegue, arrivano le colleghe a sostenerti, il supermercato si riempie, e comincia un susseguirsi di clienti e di: “Buongiorno, ha la tessera? Le serve un sacchetto?”
Li dici talmente tante volte che una volta tornati a casa, alla domanda “come stai?” rispondi “vuole un sacchetto?”
Parlando di sacchetti, capita almeno 4/5 volte all’ora (quindi fate voi il calcolo per un turno che va dalle 4 alle 9 ore), che alla fatidica domanda la risposta sia “no grazie”, e allora tu vai avanti, passi la spesa, il più velocemente possibile perché se il cliente in fila dietro sbuffa ancora una volta te lo mangi, chiudi il conto:
“Sono xxx€.”
Il cliente paga, guarda la spesa, guarda te, guarda la spesa, guarda te e:
“Scusi, ma non me lo ha dato il sacchetto?”
È allora tu, armata di pazienza, ma con un bel “mannaggia a te” trattenuto, gli dai il sacchetto e glielo fai pagare, con il cliente dietro che ha ricominciato a sbuffare più forte di prima.
8 Aprile, 2023 alle 12:20 pm
per la tua salute cambia lavoro. esempio monaca di clausura.