Assisto da cliente.
La Farmacia ha organizzato uno spazio sottostante la farmacia stessa per effettuate i tamponi invece di stare all’aperto.
Si compila il modulo di registrazione, si paga in cassa e poi ci si mette in fila per il tampone.
Arriva lei ed entra con la bicicletta. Il cassiere la invita a lasciarla fuori e ne segue un dibattito:
“Eh, ma se me la rubano?”
Intanto lui va avanti con le registrazioni: “Metta la catena.”
“Eh, ma mica giro con la catena!”
“Non mi importa, con la bicicletta non entra. Abbia pazienza!”
“Eh, ma se me la rubano? Chi me la rimborsa?” Ci tengo a specificare che l’avrebbe dovuta lasciale nel cortile circoscritto da ringhiere con tanto di cancello della farmacia dove c’erano le persone che attendevano l’esito dei tamponi, cioè tutti probabili ladri. E per questo si è attirata le simpatie di una trentina di persone.
Alla fine si convince e mentre esce a posare la bicicletta dice al ragazzo, in quel momento ultimo della fila, che sta dopo di lui. Poi prende un modulo, con calma lo compila e intanto in cassa altre persone pagano e si mettono in coda dietro al ragazzo. La signora paga e poi “salta la fila”. Al che la signora che si vede superare, è anch’essa ipotetica ladra di biciclette, le dice:
“La fila finisce lì in fondo.”
“Eh ma io sono arrivata prima! Poi ho dovuto compilare il modulo e pagare!”
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