Supermercato, ora di chiusura. Mi dirigo verso la saracinesca di ingresso per iniziare le operazioni di fine giornata.
Tempo fa scrissi del genio della lampada che, tentando di battere in velocità la discesa della serranda, rischiò di aprirsi il cranio come un uovo alla coque, se non fossi intervenuto in tempo per arrestare la sua corsa da cavallo selvaggio. La sua celebre domanda: “Ma non ha ancora toccato terra, quindi posso entrare?” la porto ancora dentro come una sciabolata sui reni e la risposta che si meritava ma che non diedi per amore del mio mestiere, mi costò ore di yoga e passeggiate nei boschi.
Ecco che mi trovo in prossimità dell’ingresso, osservo il corridoio del centro commerciale, dove è situato l’accesso al nostro negozio, e vedo il nulla. Allungo il braccio con la chiave e la inserisco nella toppa che attiva il motore elettrico della gigantesca serranda. Durante l’operazione che dura alcuni minuti, la discesa è piuttosto lenta, io sono in una posizione in cui non ho visibilità sull’ingresso. Inizia la discesa cigolante della barriera che ci divide dal mondo esterno e approfitto di quei minuti per appoggiare la testa sul braccio e prendermi un momento di relax. La giornata è stata ricca di personaggi pittoreschi e sono piuttosto provato, ma ormai siamo al traguardo, cos’altro potrebbe succedere?
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