Sabato pomeriggio, centro commerciale pieno, una coda che non finiva più.
Sto cuocendo 4 pizze contemporaneamente e nel frattempo sto preparando del cavolo rosso. Ho circa 20 secondi tra una pizza e l’altra e questi secondi li uso appunto per preparare il cavolo e per tagliare e sistemare le pizze nei cartoni o disporle sui vassoi, nel mentre sento:
“Ohhh è finita la maionese!” detto con quella voce grossa che usano i bambini nell’adolescenza quando vogliono fare i grossi.
La voce proviene da un ragazzino sul 13/14 anni. Mi giro, lo guardo ed esclamo: “Un attimo e te la cambio.”
Do un’occhiata veloce alle pizze in forno e vado nel retro di corsa per evitare che nel frattempo le pizze brucino.
Corro a prendere la confezione di maionese nuova, la apro, vado a stampare un’ etichetta datata per indicare il momento d’apertura e gliela attacco, dopodiché esco in sala. (Ci avrò messo al massimo 10 secondi a fare tutto, sicuramente meno di 15). Non faccio in tempo a uscire in sala che questo marmocchio viene vicino alla porta da dove sto per uscire e mi urla:
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