Luogo: poliambulatorio.
Situazione: da sola con un passaggio di gente che neanche al porto.
Squilla il telefono:
”Senta dovrei prenotare una visita sportiva per mio figlio.”
“I primi posti sono tra un mese…”
“Ma come!? Ma non è possibile e come faccio ma porc.. E porc… Di un porc…”
Tamburello le dita sulla scrivania, in attesa che finisca tutto il rosario per tornare a fare le mie diecimila cose.
“Senta, intanto mi segno il nome e la metto in lista.”
“Ok, si chiama Mario Rossi.” (tenete a mente)
“Ottimo, arrivederci.”
Dieci minuti dopo si presenta un tizio misterioso.
“È possibile parlare con il titolare un attimo?”
“Guardi, sta visitando, ma lo avviso. Chi devo dire?”
(sorriso strano) “Roby.”
Io rimango perplessa: “Quindi se gli dico semplicemente Roby lui capisce?”
“Sì sì!”
chiamo l’interno del capo.
“Ciao, scusa c’è un certo Roby che vuole vederti un attimo. Non mi ha detto altro.”
“Arrivo tra poco.”
Dopo qualche minuto il capo fa entrare il tizio in ambulatorio ma esce dopo dieci secondi, venendo da me.
“Senti, come siamo messi con le visite sportive?”
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