Negozio di animali.
La settimana tra Capodanno e l’Epifania abbiamo tenuto chiuso per ristrutturare e cambiare l’impianto delle luci.
Malgrado le luci spente (o meglio, il contatore staccato), la serranda socchiusa e il cartello sulla porta, una coraggiosa signora di mezza età si avventura tra i cocci e la spazzatura, strabuzzando gli occhi.
Noi la notiamo e restiamo per venti secondi buoni a guardarci nelle palle degli occhi.
Lei tutta tirata, piumino e borsa di pelle, ferma tra i teli e i vasi di vernice.
Noi in tuta, su due scale, pennelli e malta in mano.
Non lo dirà, penserete voi.
Ingenui.
“Siete aperti?”
“Mi dispiace, siamo chiusi per ristrutturazioni.”
“Cercavo una borsa per portare il mio cane.”
“Signora, purtroppo la merce è sotto i teli o negli scatoloni; se vuole ripassare l’8 ci trova aperti.”
“Ma… posso dare un’occhiata?”
Mi guardo attorno: per terra ci sono matasse di cavi elettrici, il trapano, due trancini, pinze, spatole e cazzuole. Se fa un passo in più muore di sicuro.
“…non ho niente da mostrarle, signora. Mi dispiace, ma stiamo lavorando. La aspetto la prossima settimana?”
Lei mi fissa.
Si gira.
Esce.
Non l’ho più vista.