Apertura alle 15:30. Io dentro, dietro uno scaffale a sistemare delle cose. Ore 15:20 arriva lui, lo sento dalla botta che dà alla maniglia che evidentemente ha arpionato con la forza di un’aquila che ghermisce la preda. Lo vedo restare perplesso, come se fosse rimasto bloccato da un campo di forza invisibile.
Scruta dentro il negozio, e stizzito molla un pugno a martello alla porta evidentemente sottovalutando la durezza del vetro blindato. Lo vedo infatti tirare una bestemmia e cominciare a massaggiarsi e scuotere la mano alternatamente, saltellando.
Lascio trascorrere i minuti, osservando con rispetto questa curiosa danza della pioggia nella sincera speranza che risolva la siccità che ci attanaglia, ma (ahimè) senza esito.
Puntualissimo apro il negozio, forse anche con qualche minuto d’anticipo, lui vede la porta aprirsi con la meraviglia con cui Aladino osservava spalancarsi la Grotta delle Meraviglie.
Con occhi pieni di sorpresa e voce ancora dolorante mi fa: “Ma era dentro? Non mi ha sentito?”
No, mi spiace, la prossima volta provi a bussare più forte, sa, il vetro è blindato.
Eh, me ne sono accorto mi fa lui, massaggiandosi la mano.
Così impari a prendere a cazzotti le cose degli altri…
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