Arredamento.
Durante una progettazione, al reparto cucine, alzo la mano indicando al cliente il tipo di pensile che voglio inserire. Vedendo che il cliente al mio fianco resta a guardare, basito, in quella direzione, alzo lo sguardo e vedo una famigliola intenta ad osservare il modello.
Tutto normale, se non che il figlio di circa DIECI anni, sta mordendo e masticando con gusto il pane in spugna che abbiamo lì in esposizione.
Il fratello lo imita, con uno dei coni gelato (che tra l’altro sono imbustati, la carta è chiaramente a terra).
Io e il cliente al mio fianco rimaniamo lì, attoniti e schifati, a osservare il loro pasto, per qualche momento.
Faccio per alzarmi, quando la madre dei due si gira a guardarli e si guarda subito attorno, nota il mio sguardo basito e, senza emozione alcuna, sfila la plastica dalla bocca dei figli, la appoggia sul piano cottura, li prende per mano e passa alla cucina dopo.
Il cliente al mio fianco mi poggia una mano sulla spalla e mi rincuora: “Sarà una lunga giornata!” e ride.
Rido anche io, un po’ isterica.