Supermercato.
Sono alla cassa e si affianca un signore di mezza età, mostrandomi un foglietto: un buono da €11,70 che gli è stato fatto da noi, perché alle casse automatiche, invece di digitare quantità 1, ha messo 6, quindi ha pagato più del dovuto.
Non si può fare un reso in denaro con quella cifra e si fa un buono spendibile, senza limiti di tempo, in un’unica soluzione. Mi chiede come usarlo e gli dico: “Lo deve usare tutto in un’unica volta, per un importo uguale o superiore.”
Ah… quindi non si può smezzare?!
No! Ma lo può usare quando vuoi.
Me lo ritrovo mezz’ora più tardi.
Gli passo la spesa del valore di €11,39 e mi porge il buono.
Gli dico che mancano 31 centesimi da spendere, mi pianta lì e va in cerca di qualcosa.
Sospendo lo scontrino, perché non posso aspettare lui e vado avanti con i clienti.
Ritorna con un Tronky.
Riprendo lo scontrino e gli comunico che il totale ora supera di 11 centesimi il buono, mi guarda allibito: “Ma io non ho altri soldi!”
Dieci minuti per spiegargli che non posso fare nulla, né chiudere con l’ammanco (pochi centesimi, ma che incidono sulla mia cassa), né posso restituirgli la differenza.
Ma potevi essere più chiara! molla la spesa, riprende il buono e se ne va.
Mi domando quale parte non abbia capito quando ho gliel’ho spiegato.
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