Negozio di tè.
Lavoro in un negozio di tè in centro ad Oxford. Il nome della compagnia richiama palesemente il tè e, dentro il negozio, ci sono solo tè, teiere e tazze con piattino.
Ma non basta.
Primi clienti della giornata: una coppia di mezza età.
Gli vado incontro col sorriso e lei subito sbraita: “Avete caffettiere?”
Ehm… guardi, siamo un negozio di tè…
Sì, ma avete caffettiere?
Eeeh no, perché siamo appunto un negozio di tè…
La caffettiera Bialetti! Quella italiana! Hai presente?
Signora, sono italiana e sì, ce l’ho presente… ma qui vendiamo tè e teiere.
Si illumina, ed esclama:
Ah-ha! Se sei italiana allora vendi per forza caffettiere!
-certo, spaccio pure orecchiette e mozzarelle di bufala nel tempo libero-
E comunque non è possibile che non ce le avete! Il tè e il caffè VENGONO DALLA STESSA REGIONE!!
Mi parte il momento Wikipedia: “Tecnicamente, signora, il caffè proviene dal Sud America, il tè dai Paesi dell’Oriente… sa, la Cina, l’India…”
L’ameba sclera: “Tu mi prendi in giro! Tu non vuoi darmi le caffettiere! TU SEI UNA FALSA ITALIANA!!”
Il marito, mortificato, mormora un “Sorry” e segue la sua signora che continua a strillare.
Resto così, tra l’interdetto e il divertito.
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