Ore 7:35, apertura alle 9:00, come specificato dal cartello in vetrina.
Sono in laboratorio dalle 6:00, per fare le preparazioni e in genere, se qualcuno mi bussa per prendere qualcosa prima dell’apertura, se posso lo accontento.
È appena uscito un fornitore e non faccio in tempo a chiudere di nuovo a chiave che entra di corsa una signora, senza salutare, con la faccia incazzata e si piazza davanti al bancone spento e mezzo vuoto.
“Ma non ci sono i cornetti?”.
“Buongiorno anche a lei. Non sono ancora pronti, apriamo alle 9:00, se vuole abbiamo…”.
Mi interrompe.
“Senta, io ho trovato aperto e PRETENDO di essere servita!”.
Ora, non so a voi, ma a me la parola “pretendo” manda in tilt l’area del cervello adibita alla gentilezza.
“Signora, sulla porta ci sono gli orari di apertura, quindi io PRETENDO che lei esca subito dal mio negozio”.
“Beh, lo poteva dire subito che era chiuso. Io comunque qui non ci metterò più piede!”.
“È una minaccia o una promessa?”.
Esce di corsa, le chiudo la porta sui talloni e faccio 2 giri di chiave.
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