Fresca, fresca, appena raccontata da un’amica.
La mia amica (Genoveffa) ha una sorella maggiore (Anastasia) che lavora in un bar, ieri Anastasia doveva accompagnare a casa Genoveffa, ma il turno di Anastasia non era ancora finito quindi Genoveffa è rimasta lì al bar ad aspettarla assistendo a questa scena.
“Mi serve un tavolo libero per quattro, ma è tutto occupato, ho fretta.”
Genoveffa: (buongiorno anche a lei)
Anastasia: “Scusi, ma adesso sto servendo un cliente, appena avrò finito sarò da lei e vedrò se c’è un tavolo disponibile.”
“Ma non lo vede che ho tre figlie con me?!”
Genoveffa: (sì, mia sorella ci vede benissimo)
Anastasia: “Le sue figlie sono davvero molto carine, ma io comunque sto servendo un cliente. Appena avrò finito sarò da lei.”
“Questa è una discriminazione nei confronti delle madri! Non potete mandarmi via da qui solo perché non ho figli!”
(Io e la mia amica abbiamo provato a trovare un senso a questa frase per un’ora buona, ma non ci siamo riuscite, magari qualcuno di voi può aiutarci.)
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