Giorno due:
Si ripresenta con espressione torva, evidente dalle rughe sottolineate dall’aggrottare della fronte e dall’incurvatura delle sopracciglia. Salta la fila, giusto un paio di clienti, e si dirige a passo svelto verso me e la mia responsabile, che stava lavorando al mio fianco. Punta il suo indice al mio petto ed esclama:
“Tu! Bugiarda! Mi hai detto che la tua collega non lavorava più qui!!!!”
Le restituisco uno guardo sbalordito e, con le parole asciugatemi in bocca assieme alla saliva, le rispondo:
“Signora, in realtà lei ieri mi ha chiesto di un ragazzo…”
Lei incalza. Le si gonfia la giugulare ed i suoi occhi si fanno infuocati di stizza.
Ormai sta urlando.
“Bugiarda!!!! Devi solo stare zitta!!!!”.
Cedo la palla alla mia responsabile che indaga sull’accaduto e, all’improvviso, la signora bionda estrae dalla borsa il Huawei al cui interno c’è la sua sim che utilizza regolarmente da mesi. Scopriamo che era totalmente consapevole dell’aver richiesto due cellulari in quanto il Samsung si era distrutto e, nonostante l’evidenza del suo essere in difetto, se ne va ancora arrabbiata dopo mezz’ora buona di spiegazioni da parte della mia responsabile.
Prima di uscire totalmente al negozio, si volta in mia direzione scrutandomi da sopra una spalla e sussurra:
“Sei solo una bugiarda”.