Lavorare a una pompa di benzina è abbastanza monotono: la gente arriva, fa il pieno, paga e se ne va. Tutto scorre liscio, fino a quando non arriva il cliente che sa tutto.

Oggi è il turno di un signore sulla cinquantina, SUV tirato a lucido, occhiali da sole nonostante il cielo coperto. Si avvicina, abbassa il finestrino e con tono deciso dice:

“Metti 30 euro di benzina.”

Nessun problema. Attacco la pompa, riempio il serbatoio, ma mi scappa leggermente la mano e il totale arriva a 30,02 euro.

Lieve errore, roba di niente. Ma appena vede il display, il tipo si agita subito.

“Eh no, ti avevo detto 30!”

“Signore, sono due centesimi in più, capita con l’erogatore automatico. Se vuole glieli tolgo dal resto.”

Lui però non è convinto.

“No, perché così mi sballi i conti.”

I conti.

Mi trattengo dal chiedergli se a casa sua tiene un registro contabile con due colonne: “Soldi alla benzina” e “Soldi al resto del mondo”.

Vabbè, niente discussioni. Gli faccio il conto esatto e tutto sembra risolto.

Ma poi, mentre sta per ripartire, se ne esce con la perla del giorno:

“Comunque, con 30 euro prima ci facevo più chilometri.”