Entro in una nota cristalleria di Imola durante una discussione fra una cliente e la proprietaria, con toni un po’ accesi.
Il contendere era una crisalide di vetro brunito che la cliente voleva urgentemente restituire, come regalo di nozze non gradito.
La negoziante le faceva notare che la lista era stata concordata e depositata venti giorni prima.
La cliente la accusava di aver inserito a tradimento in lista quell’obbrobrio.
Una parlava di dicotomia, l’altra fingeva di non capire.
La cliente irritata sbatacchiava la crisalide sul banco, finché una piccola faglia del ventre si é staccata.
Nell’attesa io sfogliavo un catalogo di Peppino Campanella fingendo di non ascoltare.
Ma nessuno si occupava di me, e ho preferito andarmene, senza sapere come sia finita.
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