Appena riaperti dopo il lockdown, ci contatta telefonicamente una cliente. Dice di aver ricevuto il mobile bagno che aveva ordinato, ma che non era quello che voleva.
Non ci sono problemi, le diciamo che basta inviare una foto del prodotto e una mail, in cui si richiede il cambio e siamo a disposizione; può capitare a noi venditori di capire male o sbagliare nella compilazione di un preventivo.
Dopo qualche ora arriva la mail.
Invece di scrivere una mail, richiedendo il cambio, ci allega la foto di un foglio scritto a penna con le sue richieste, cosa anche tralasciabile, ma la foto del mobile è di un mobile montato e chiaramente usato da diverso tempo, con tanto di bicchierino con spazzolini sopra e dispenser per il sapone.
Ovviamente non possiamo cambiare un prodotto posato e utilizzato.
Ricerchiamo quando è stato consegnato il mobile e la signora ha chiaramente usato il mobile per almeno 2 mesi.
Richiamiamo la cliente per avvisarla e ovviamente partono le urla: lei non sapeva che doveva comunicarlo prima, il negozio era chiuso e quindi a chi lo diceva (eravamo attivi da casa, rispondendo alle varie mail… cosa scritta sulla copia dell’ordine consegnata al cliente).
Alla mia domanda “Signora, mi indichi un negozio dove lei compra una cosa, la usa per due mesi e poi gliela risarciscono.” smette di parlare.
Allora prende la cornetta il marito… uno di quelli che ti urla che lui si alza alle 5 la mattina, per andare a lavoro (io che sto al telefono con lui, invece, sto per i prati a giocare) e che, se non andiamo là a smontare il mobile e gli ridiamo i soldi, viene e spacca tutto.
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