Oggi ho incontrato la cliente perfetta.
Educata, puntuale, preparata.
Arriva in ufficio con una cartellina ordinata, dentro appunti, foto di ispirazione, piantine disegnate a mano.
Mi dice subito cosa cerca:
– Casa indipendente
– Almeno 4 stanze
– Cucina “che profuma di pane”
– Un salotto “dove le parole rimbalzano bene”
– Un bagno “che invita al canto”
– Giardino, ma senza insetti
– Vicina al centro, ma immersa nel verde
– Nessun vicino sopra, sotto o accanto
– Esposizione perfetta per ogni stagione
– Luce buona, ma non invadente
– Stabile d’epoca, ma con ascensore invisibile
– Prezzo massimo: 140.000
– Arredata da qualcuno “con gusto ma senza ego”
Le faccio vedere qualche proposta. Non si limita a dire sì o no.
Fa domande mirate.
“È stato rifatto l’impianto elettrico o solo certificato?”
“Il cappotto termico è anche interno o solo facciata?”
“Il lastrico solare è condominiale o c’è uso esclusivo?”
“C’è una servitù di passaggio annotata?”
Inizia lei a spiegarmi dettagli che nemmeno sapevo.
Dopo venti minuti, ho smesso di cercare di venderle la casa e ho iniziato a prendere appunti.
Alla fine, sceglie un appartamento con giardino privato, luminosissimo, da ristrutturare, ma solido.
Tratta sul prezzo con fermezza e intelligenza. Lo ottiene. Firma.
Sparisce.
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