Entra come accompagnata da una fanfara, senza manco salutare e, senza comprare nulla, esordisce:
“Voglio i campioncini prematurati di Sbiriguda. La sua collega non c’è?”
“Eh no, oggi è il suo giorno libero.”
Ravano per infiniti minuti e risalgo da sotto il bancone sconfortata.
“Mi dispiace signora, sono finiti, le ho preso questi sperando possano piacerle.”
Scocciata, incazzata e schifata, come se stesse per sputarmi in faccia, mi dice:
“La sua collega me li dava.”
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