Esperienza dove il commesso questa volta non c’entra nulla.
Bar semideserto, circa 10 tavolini, di cui 2 occupati da persone che leggono il giornale e, in fondo, un paio di poltroncine, su cui la sottoscritta sta seduta, aspettando che il caffè bollente si raffreddi un pochino per berlo.
Arriva una coppia di anziani, che snobbano i tavoli vuoti e camminano verso di me, piazzandomisi davanti.
Lui mi guarda come se il tavolo fosse loro, indignatissimo.
Lei, distrattamente (giuro sarà stata massimo a 50 centimetri da me) mormora: “Aspettiamo, forse si sta liberando.”
Io li guardo.
Guardo il mio caffè, ancora nella tazzina.
Li guardo di nuovo, stavolta male.
Prendo la tazzina, bevo un sorso e la riappoggio, senza muovermi dalla poltroncina.
Il signore non fa una piega, la moglie invece sbuffa, infastidita: “Vabbè, a sto punto andiamo a quell’altro!” rimarcando con fastidio e andandosi a sedere in un tavolo vicino.
Hanno continuato a guardarmi male.
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