“Ehm, non è complicato… È semplicissimo. È scritto nelle istruzioni ma a video c’è proprio il disegno con la freccia. Comunque non è difficile pigiarli insieme basta fare così (gli mostro come fare, un dito di una mano sulla Wii ed uno dell’altra sul telecomando vicino a me). Sì, anche per gli altri telecomandi il procedimento è il solito. E si impostano in automatico come secondo, terzo, quarto… Basta vedere la lucina (gliela indico) accesa. Se è sull’1 è il primo, se è sul 2 è il secondo e così via.”

” Aaaaaaah ok. Quindi se pigio questi due insieme, posso usare il telecomando?”

“Sì, certo” muovendolo e facendo vedere di nuovo che funziona.

Glielo do indietro e lui ancora un po’ perplesso (ma soddisfatto) ringrazia e se ne va.

Metto le cose al loro posto e poi rimango basita pensando “Ed è un giovane… Magari laureato o quasi. E ragiona così? Andiamo bene! Pure il mio collega, furbo. E pure lui è laureato… Ma oh, che gli fanno all’università, il lavaggio del cervello?”

P.s. Essendo una cosa accaduta 10 anni fa, i dialoghi non sono esattamente quelli intercorsi. Ma il senso e le espressioni (e ciò che ho pensato io) nel loro complesso sì.

P.p.s. So già che mi attaccherete, prego fate pure.