Banco macelleria di un supermercato in Toscana.
Un cliente si allontana, è il mio turno.
“Salve, mi fa per favore xyz e una bella fetta di yzx.”
“Così spessa le va bene o più grande?”
Il cliente precedente torna indietro: “Sei un pezzo di mer*a! Hai fatto passare avanti quell’altro prima di me e hai dato a lui la bistecca che avrei voluto io, la più bella, io adesso mi devo accontentare di questa qui!” (continua con incitamenti a fare meglio a D*o e M*****a). Io basito lo guardo, avrei voluto tirare fuori il mio sarcasmo, ma la situazione era tesa. “Ci mancherebbe, mica so leggere nel pensiero che la bistecca che volevi tu l’ho data a un altro… Ma non c’è problema: restituiscimi la carne e mi indichi tu quella che vuoi.” Seguono da parte del cliente numerosi incitamenti alla M*****a, che qui in Toscana non può starsene tranquilla mai, per finire con un “Coglio*e!” allontanandosi.
Al che il macellaio, un omone enorme che sta ancora tagliando la mia bistecca, si inca**a di brutto e sta per girare il bancone, ancora con il coltellone in mano.
“Ti faccio vedere io chi è il coglio*e qui! Vediamo se riesci a ripetermelo quando non sto dietro il bancone!”
Intervengo io:
“Per carità divina, non ci provare nemmeno! Torna immediatamente al tuo posto!”
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