2001. Mi chiamano per un intervento in una casa vecchia, di quelle con i soffitti alti e i mobili della nonna che se li tocchi troppo forte si sgretolano. Al telefono la signora mi fa: “Perde un po’ d’acqua sotto il lavandino, se può passare quando ha un attimo.”
Quando ho un attimo. Già qui dovevo intuire il livello di urgenza.
Arrivo, mi apre questa signora sulla settantina, gentilissima, mi offre subito il caffè. Mi porta in cucina e mi indica il lavandino.
“Guardi, ogni tanto gocciola un po’.”
Mi chino, guardo sotto… e il tubo è più vecchio della Prima Repubblica. Marcio, corroso, pronto a lasciare questa terra.
“Signora, ma da quanto perde?”
Lei, tranquilla: “Eh, direi da prima che mio marito se ne andasse.”
“Ah, mi dispiace.”
“No no, è andato a vivere a Rimini.”
o alzo un sopracciglio. “E quando ha fatto i lavori?”
Lei sorride, con un’innocenza disarmante: “Negli anni ’80, credo.”
Perfetto. Una perdita di 20 anni. Già sento il sudore freddo.
Ma vabbè, niente panico. La prima cosa da fare è chiudere l’acqua.
“Signora, dov’è il rubinetto generale?”
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