Lei, sicura come se stesse indicando la strada per il panificio, mi porta verso un rubinetto sotto il lavello.
Lo giro. Effettivamente, l’acqua smette di scendere dal rubinetto.
Ottimo, penso. Smonto il tubo…
ES-PLO-SIO-NE.
L’acqua parte con una pressione da idrante antincendio, mi prende in pieno petto, il tubo si stacca come un proiettile e vola dall’altra parte della cucina. Il getto rimbalza sui pensili, la signora urla, il gatto sparisce sotto il divano, e io sono lì, completamente FRADICIO, che cerco di tappare il buco con la mano.
“SIGNORA! CHIUDA L’ACQUA!”
Lei, nel panico, corre verso il rubinetto… e lo apre di più.
L’acqua aumenta. GIURO CHE AUMENTA.
Io, bestemmiando in silenzio per mantenere il decoro, urlo di nuovo: “NO! IL RUBINETTO GENERALE! DOV’È?!”
Lei si gira, confusa, poi capisce.
“Ooooh! Quello di mio marito!”
E sparisce in corridoio, mentre io tengo le mani sul tubo tipo cartone animato.
Passano dieci secondi. L’acqua continua a inondare tutto.
Poi la sento gridare dal fondo della casa: “Non lo trovo!”
Signore abbi pietà.
Mollo tutto, corro fuori dalla cucina lasciando il getto a devastare la stanza, trovo la signora in ginocchio dietro la lavatrice, che armeggia con un groviglio di tubi degno di una centrale idroelettrica.
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