Mi fermo.
Lo guardo.

E glielo dico piano, con tutta la diplomazia che mi resta a quest’ora:

“Mi scusi… ma se li rifaccio identici a quelli sbagliati… tornerà a lamentarsi con la stessa convinzione?”

Pausa.

Mi guarda.
Poi guarda gli occhiali.
Poi dice:

“Vabbè, dai. Faccia come dice lei.
Ma me li fa simili esteticamente, eh? Sennò non mi riconoscono.”