Un giorno mi chiama un signore, voce agitata.

“Buongiorno, ho un problema con un albero che mi avete piantato l’anno scorso. È difettoso!”

Difettoso? Non è un tostapane. Ma vabbè.

Vado a vedere. Arrivo e trovo il signore in giardino, braccia conserte, davanti a un bellissimo acero che sembra in perfetta salute.

“Qual è il problema?”

Lui indica l’albero con aria accigliata.

“Le foglie.”

Guardo meglio. Le foglie ci sono tutte. Verdi, belle, sane.

“Che hanno?”

Lui sospira, come se dovesse spiegarmi l’ovvio.

“Non sono uguali a quelle della foto che mi avevate mostrato!”

Fisso il signore. Poi l’albero. Poi di nuovo lui.

“Signore, la foto che le avevo mostrato era in autunno. Ora è primavera. Cambiano colore con le stagioni.”

Lui sbatte le palpebre. Concetto nuovo.

“Ma a me piacevano di più rosse.”

“Allora aspetti l’autunno.”

Ci pensa. “Ma non c’è un modo per farle diventare rosse subito?”