Lavoro in un negozio di scarpe da più di dieci anni. Negozio artigianale, le scarpe sono fatte a mano.
Ho imparato a riconoscerli subito, quelli che entrano con l’aria di chi pensa che tu stia lì solo per loro.
E oggi ne è entrato uno in grande stile.
Dice che cerca delle scarpe “serie, ma con personalità”.
Mi chiede se ho qualcosa “che non abbiano già tutti gli altri”.
Gli mostro tre modelli nuovi appena arrivati dal laboratorio.
Li guarda. Fa una smorfia.
“Mh. Sembrano fatte per uno che paga a rate.”
Ignoro la frecciatina.
Gli porto il modello più costoso che abbiamo.
Se le infila, cammina due passi.
“Comode. Ma mi stanno un filo larghe.”
“Se vuole possiamo provare a farle sistemare”
“No no, figurati. Le tengo così. Ho una camminata sicura. Non mi cadono mai.”
“Veramente sarebbe meglio…”
“Senti bella il mio tempo è denaro”
Paga.
Esce.
Nemmeno cinque minuti dopo… lo vedo dalla vetrina.
Attraversa il marciapiede.
Camminata fiera.
Poi inciampa sul proprio laccio,
fa due passi da marionetta sgonfia,
e cade.
Davanti a un gruppo di ragazzini.
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