Successo qualche giorno fa, da cliente.
Località di mare, che nelle prime 2 settimane di agosto si riempie dei peggiori elementi emigrati da chissà dove.
Solito supermercato, ore 9:30 del mattino, affluenza normale al negozio, tutto scorre tranquillo, sereno e con molta calma, sia da parte dei dipendenti, sia da parte dei clienti.
Vado in cassa, ce ne sono 2 aperte: in una un ragazzo che mette il cartello “cassa chiusa” dopo l’ultimo cliente che era in fila (erano solo 2), nell’altra una ragazza, con altre 3 persone in fila.
Mi metto tranquillamente in attesa del mio turno, quando arriva lei: una signora sulla settantina, faccia di chi ce l’ha col mondo intero, incattivita da tutto e tutti, col marito al seguito la cui unica spesa era una cassa di birra.
“Vai, metti qui che ci fa pagare lui, per forza.”
“Mi scusi, ma la cassa è chiusa, mi dispiace.”
“E che mi frega?! Non avete voglia di fare niente! Perché non posso pagare qua? Muoviti e fammi pagare!”
Il marito a quel punto esclama: “Basta, smettila.” e si sposta nella cassa aperta
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