Lavoro al banco sushi di un supermercato.
Sul bancone metto le confezioni di sushi di varie misure con i rispettivi prezzi etichettati sul fianco di ciascuna scatola.
Sul ripiano superiore ho altri prodotti come i pisellini al wasabi con il rispettivo prezzo di 2.99€.
Cliente, uomo sulla cinquantina:
“Scusa, quanto costa il sushi?”
“Guardi, dipende dalla confezione, sul lato destro di ogni scatola c’è il suo prezzo.”
Lui guarda un po’ di prezzi sconvolto.
“Così tanto?! Io credevo fosse questo per tutti (indicando il cartellino dei pisellini al wasabi)!”
“Eh no, vede? Qui c’è scritto che il prezzo si riferisce a questo prodotto.”
“Ma questo cartellino è vicino al sushi, io lo voglio pagare così.”
“Mi spiace, non decide lei, e neanche io qual è il prezzo. Infatti vedrà che se lo passa in cassa risulterà quello sulla confezione.”
Assume un tono autoritario:
“Eh senti, che credi che non so come funziona? Per regolamento io devo pagare il prezzo del cartellino più vicino!”
Io cerco di immaginare un regolamento così e trattengo un sorriso e cerco di resistere, ma non riesco a non rispondere:
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