Successo qualche tempo fa, un sabato, verso mezzogiorno.
Sembrava un sabato come tutti gli altri: io preparavo i numerosi ordini in laboratorio, la mia giovane collega mi aiutava e impacchettava tutto e l’altra serviva al banco.
Finché non è entrato lui: un cliente simpatico come un cactus nelle mutande che di solito ordinava del pane in una pezzatura particolare, diversa dalla produzione ordinaria.
Si affaccia la collega e chiede ad Eleonora di prendere il pane ordinato dal signor Cactus. Eleonora cerca nell’armadietto la busta con il suo nome ed io, facendo mente locale, le dico di non aver letto in bacheca la sua ordinazione.
Mi tolgo i guanti, controllo la bacheca e l’agenda, mi consulto con le colleghe e vado a parlare con il signor Cactus.
“Buongiorno, mi perdoni, ma quando ha ordinato il pane?”
“Questa mattina, vuole vedere la chiamata?”
E fa la mossa di porgermi il cellulare.
“No, si figuri… Solo non riesco a trovare la sua ordinazione, si ricorda con chi ha parlato?”
A quel punto comincia ad alterarsi e a gridare, tutto rosso in viso:
“Ma che ne so, mica ho chiesto i documenti! E che sono un carabiniere?! Ma tu guarda se a cinquant’anni devo veder mettere in dubbio la mia parola!”
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