Reparto frigo di una nota catena di Supermercati/Ipermercati.
Domenica pomeriggio di dicembre.
Ci avviciniamo al Natale.
Nonostante il negozio sia enorme non c’è spazio da nessuna parte.
Una quantità inverosimile di persone invade da giorni le corsie e una quantità ancor più spropositata di prodotti occupa tutto lo spazio disponibile nei magazzini e nelle celle frigorifere.
Anche solo muoversi tra i reparti è un incubo.
Mi sto occupando delle zone promozionali costantemente prese d’assalto come carcasse di gnu alla mercé delle iene. Bisogna rifornirle in continuazione (per ore, incessantemente).
La signora si avvicina e mi chiede con tono sgarbato come mai non trova il suo yogurt al caffè (di soli yogurt al caffè ne abbiamo 20 diversi, tra marche, formati e confezioni varie).
Comm: 《Quale signora?》
Sig: 《Venga, le faccio vedere… (attraversiamo un fiume di umani per raggiungere la corsia) …ecco questo!》
Comm: 《Guardi, in questo periodo c’è molto più lavoro quindi non stiamo riuscendo a rispettare i tempi… comunque non me ne sto occupando io, ma vede il mio collega (lo indico in mezzo alla folla, vedendolo arrivare con due carrelli stracolmi) che li sta ancora rifornendo, appena torna può chiedere a lui se sa…》
Sig: 《Perché tu non vuoi farlo?!》
Comm: 《Signora, se ci tiene vado io, ma ho altre mansioni oggi, di conseguenza non so neanche se ne hanno mand…》
Sig: 《Mi sa che chiederò direttamente al Direttore come mai non c’è il mio Yogurt! Lo conosco personalmente sai? Il direttore intendo.》
Comm: 《Se crede chieda pure, ma le ho appena detto che sto andando, mi aspetti qui…》
Sguscio in mezzo alla folla e chiedo al collega se sapesse in quale carrello (degli altri 6 di soli yogurt ancora da fare) potesse trovarsi lo yogurt al caffe prima che la “Signora” si rivolgesse al direttore (già la giornata era dura per tutti, bisognava evitare qualsiasi complicazione).
Entro in magazzino, in cella, smonto mezzo carrello, acchiappo lo yogurt al caffè, rimonto il carrello e sono in corsia in un minuto.
Tempo europeo, come minimo.
Lei non c’è. Svanita. Non esiste più. Penso di aver avuto le allucinazioni.
Mi riprendo dalla confusione e metto il maledetto yogurt al caffè nel suo angolino di frigorifero. Lo vedrà da sola.
Torno al mio lavoro in mezzo alle iene fameliche di sconti e dopo un po’ rispunta lei alle mie spalle.
Sig: 《Allora? Il mio yogurt al caffè?》
Comm: 《L’ho portato in corsia, ma non vedendola piú lo sistemato a scaffale. Lo trova al suo posto.》
Sig: 《Si, ne ho approfittato per prendere blabla… Pensavo me lo portasse direttamente…》 -cosa che tecnicamente ho proprio fatto, ma per sua stessa ammissione lei è andata, senza farmene accenno, in un’altra corsia di un supermercato gigantesco stracolmo di gente -penso- 《vabbè, quindi mi assicuri che hai preso proprio il mio yogurt al caffè? Altrimenti ne parlerò col direttore, lui mi ascolta sempre…》
Comm: 《Ho preso quello che mi ha detto di prendere, ma se non mi crede verrò con lei a controllare》
Andiamo.
Sig: 《Ohh finalmente. Ci voleva tanto?? È proprio vero che se non vi costringono, non avete voglia di fare niente.》
Prende lo Yogurt e va via.
Il collega che stava rifornendo lì vicino sente e vede tutto, mi guarda e nel suo dialetto mi dice:《Questa viene ogni Domenica a rompere “l’anima” ad un reparto diverso. La prossima volta mandala aff… a lei e al suo Yogurt al caffè!
Commenti recenti