Corro a svegliare il mio compagno e insieme vediamo dalle telecamere che i nostri amici, visibilmente alticci, hanno preso il tavolo e, con una difficoltà estrema che neanche fosse Tetris, l’hanno infilato in una delle camere. Andiamo a chiedere spiegazioni e li troviamo che giocano beatamente a carte, ubriachi, in una situazione di degrado che ancora mi chiedo come siano riusciti a creare in mezza giornata. Con l’aria condizionata a palla e tutte le finestre aperte.
Facciamo presente, dato che evidentemente non era chiaro, che il tavolo fa parte della sala comune e pertanto serve a tutti. Lo riportano fuori.

Il breve (stavano solo 2 notti, ma me è sembrato eterno) soggiorno prosegue con il vaso di cetriolini che a volte ricompare nel frigo comune (il pane e il salame sono stati cestinati subito) e un po’ di caos. Agli ospiti della terza stanza abbiamo spiegato la situazione e ne abbiamo riso assieme.
Conclusione: il prete in evidente hangover prima di andare via mi saluta, si scusa e mi regala un crocefisso.

In foto: il tavolo della discordia (ovviamente non era apparecchiato)