Qualcuno ha mandato in stampa tipo 700 pagine.

“Ehm… chi ha stampato questa roba?”

Silenzio generale.

Poi, da un angolo dell’ufficio, si sente una vocina timida:

“Forse… sono stato io.”

Mi giro e vedo un ragazzetto, tutto sudato, che si tiene la testa tra le mani.

“Che hai fatto?” chiedo.

Lui, balbettando: “Dovevo stampare un documento, ma non usciva nulla… allora ho provato a ristamparlo…”

“Quante volte?”

“…Forse cinquanta?”

Mi passo una mano sulla faccia. Respiro a fondo. Guardo la stampante, che continua imperterrita a vomitare fogli.

“E perché non hai fermato tutto?”

E lui, serio: “Pensavo si sarebbe fermata da sola.”

COSA.

Apro la coda di stampa, provo a cancellare i documenti. Bloccato.

Spengo la stampante. Si riaccende da sola.

Ok, questo è nuovo.

Provo il reset forzato. Niente.

A quel punto inizio ad avere paura anch’io.

Faccio un ultimo tentativo: stacco tutto dalla presa.

Silenzio.

Ci guardiamo tutti, come se stessimo aspettando un segnale dall’aldilà.

La stampante… si ferma.

Respiro di sollievo generale. Qualcuno applaude.

Io mi giro verso il ragazzo.