C’è da fare l’inventario, quindi sono in magazzino.
Sulla porta c’è un cartello con scritto: “Siamo in magazzino, bussate o chiamate”, con tanto di numero (non si sa mai fosse il corriere).
Sento bussare, salgo e non c’è nessuno.
Scendo di nuovo.
La scena si ripete un paio di volte, finché non mi squilla il telefono e rispondo.
“Pronto, sono qua fuori dalla porta, mi aprite o no?”
“Arrivo”.
Salgo e trovo una signora dall’aria molto indispettita.
Le apro.
“Alla buon’ora! Ho provato a bussare.”
“Ma sono salito e non c’era nessuno…”
“Eh, mica posso aspettare che lei faccia i suoi comodi, stavo guardando la vetrina del negozio a fianco.”
E già lì vorresti strozzarla con la sua sciarpa, ma va bene. Sorrido.
“Prego, entri. Come posso aiutarla?”
“Il negozio qua di fianco a che ora apre?”
“Scusi…?”
“Eh, il negozio di fianco. Volevo sapere quando apre.”
“…non lo so.”
“Ecco, tanta attesa per nulla!”
E se ne va.
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