Turno pomeridiano.
Sto sistemando i cartellini dei frigoriferi quando mi chiama un collega:
“Vai tu, che questo mi manda in loop cerebrale.”
Mi avvicino al banco piccoli elettrodomestici.
C’è un tizio sui 40, molto convinto, che mi fa:
“Sto cercando una lavatrice che si collega al Wi-Fi per mandare le notifiche al telefono.”
Perfetto, dico io.
Gli spiego che esistono, gli mostro due modelli, uno LG e uno Samsung.
Li guarda.
Poi mi fa:
“Ok, ma poi posso caricare l’iPhone mentre lava?”
Lo guardo.
Aspetto che si stia magari confondendo con una presa integrata.
Ma insiste:
“Voglio che quando la lavatrice gira, carichi anche il telefono. Così recupero energia. Tanto è già in funzione, no?”
Cerco di spiegargli che una lavatrice non è una power bank.
Che il Wi-Fi serve per i comandi, non per trasferire energia.
Che il telefono ha la sua presa, e la lavatrice pure.
Lui ascolta.
Annuisce.
Poi fa:
“Allora prendo quella col cesto nero. È più potente.”
(Nota tecnica: il cesto è nero. Ma è solo verniciato nero. Zero potenza aggiunta.)
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