Stiamo facendo la fila per l’accesso in un supermercato e c’è un po’ di gente.
Vedo una signora sulla 60ina che orbita sempre più vicina alla sottoscritta e a un altro cliente, fino a scendere sotto la distanza di un metro.
Automaticamente mi sposto da lei, soprattutto per un senso civico dato che la signora poteva essere tra i soggetti a rischio, siccome sprovvista di mascherina e a quanto pare anche di buonsenso.
Come mi sposto, sul suo volto appare un’aria offesissima; mi precipito, quindi, a spiegare:
“Scusi signora, è per via delle misure di sicurezza anti-coronavirus, sa, bisogna restare distanti un metro.” Appare ancora più offesa:
“Guardi che io sto benissimo”. Interviene, così, l’altro cliente:
“Sì, signora, ma non è solo lei che potrebbe essere contagiata, ma anche la signorina per quanto ne sa, è per questo che si è spostata.”
“Allora è lei che dovrebbe starsene a casa!” E se ne va, indignata.
Vabbè, almeno si è spostata.
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