Io rimango di stucco, non apro bocca.
Poi aggiunge: “No perché questi algoritmi ci comandano e si arriva a questi risultati”.
Io non ho la più pallida idea di cosa stia dicendo, dentro di me penso che abbia una forma di demenza, ma non oso dire nulla.
Alla fine dice. “No, perché dovete smettere di usare parole straniere!”.
E così, dopo qualche secondo, capisco che si stava riferendo all’indicazione, che io non leggevo perché era rivolta al pubblico, dove c’è scritto “I gadget si pagano al bar”.
Gli altri visitatori davanti a me rimangono di stucco.
Lui se ne va, senza ovviamente suggerire quale parola italiana avremmo dovuto usare, e io mi sento orgogliosa di non aver aperto bocca.

PS: In seguito abbiamo cercato i termini in italiano da utilizzare al posto di gadget, abbiamo trovato gingillo e ninnolo e ho pensato alla faccia di docenti e studenti, che ci visitano nei giorni feriali, mentre leggono “I gingilli si pagano al bar”.