Quattro o cinque mesi fa entra una cliente con la figlia.

Dopo non aver risposto al saluto e alla classica domanda: “Ha bisogno?” aspetta qualche minuto e mi chiede di far provare alla figlia una smodata quantità di giubbotti. Fin qui nessun problema.

Gliene mostro vari modelli indicando prezzo e vestibilità. Scopro che la figlia è dodicenne e mi permetto di suggerire di considerare la prima taglia da donna piuttosto che l’ultima da bambino visto che la ragazzina sarà alta più o meno 1,65m. La signora si infastidisce, compra la taglia più grande da bambino e se ne va (sempre senza salutare).

Due giorni dopo scrive la seguente recensione: “La commessa ha cercato di fregarmi i soldi. Mia figlia ha 12 anni e voleva darmi la taglia da donna che costa di più. Poco professionale. Bel tentativo.”

Due mesi fa è tornata in negozio, quando non c’ero, ed ha acquistato la taglia più grande (la prima da donna).