Negozio di caffè.
Per pubblicizzare il prodotto, la ditta decide di fare un concorso a premi: basta dare nome e cognome, senza obbligo di acquisto, per vedere se hai vinto subito un oggetto legato al mondo del caffè.
Una cosa molto veloce, quindi, oltre che gratuita.
Entra una signora, accompagnata da figlia, figlio, nuora, nipote e altro elemento non identificato.
La nuora partecipa al concorso e vince delle tazzine da caffè.
Tocca alla signora, gasatissima per le tazzine, che vuole anche lei.
Lascia i dati e il sistema le fa vincere un aggeggio per fare la differenziata anche con le capsule.
Inizia a contrattare/lamentarsi del premio che vuole cambiare con le tazzine, per non so quanto tempo. Un’eternità comunque.
Noi non possiamo cambiarlo, perché, essendo un concorso online, le vincite vengono registrate direttamente; quindi, dopo una serie infinite di lamentele, si rassegna e se ne va.
Tempo un quarto d’ora ritorna, si ferma sulla porta, lancia l’oggetto sul banco, affermando, come se fosse un vanto: “Toh, te lo do… tanto sono napoletana e noi napoletani ‘ste cagate della differenziata non le facciamo! È una perdita di tempo!” e se ne va.
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