Torno in me, raccolgo la serietà interiore perché quella esteriore non s’era scomposta. “Dunque signora, deve inviare una disdetta con lettera raccomandata al gestore, adesso le preparo il modulo da spedire, se mi da il numero di telefono, lo inserisco nella disdetta”.
“3457896543. No, è 3446785432.
No, ti sbagli, è 34367897654″.
“Quindi, qual è il numero esatto?”
“Guardi, non lo ricordiamo, devo guardarlo sulle fatture ma le ho a casa”.
“Capisco, dunque, basta che lo scriva qui, poi mette tutto in busta e può spedire tutto”.

La signora prende il modulo, mi guarda incerta, guarda il marito, lo prende per il braccio e lo porta via.
E l’estate non è ancora finita.